#2 LE COSE

Matera e in particolare i Sassi, sono indubbiamente caratterizzati dalla presenza di particolarità introvabili altrove, che contribuiscono a rendere il luogo, oltre che unico, anche uno dei più affascinanti al mondo.

IL CUC
Ù
Marco Brunetti, artigiano materano, testa un cucù.

Coloratissimo fischietto in terracotta, nella forma classica del gallo, decorato a mano, che gli amanti donavano alle loro fanciulle come pegno di devozione e la cui voce onomatopeica deriva proprio dalla riproduzione del verso del cuculo. Più il gallo era grande e intarsiato, più il sentimento del ragazzo era forte e intenso. Portafortuna e simbolo di virilità, questo piccolo animale d’argilla cominciò ad essere sempre più raffinato nelle sue realizzazioni e, durante le nozze, vi era anche l’usanza di offrirlo agli sposi come augurio di fertilità.


Tale oggetto ha anche una valenza apotropaica e di superstizione, in quanto in tempi remoti, già a partire dal IV secolo, si pensava che potesse tenere lontani i sortilegi e gli spiriti maligni. 


Negli anni Cinquanta divenne elemento ludico dei bambini a cui era regalato nel periodo pasquale, sino a diventare, più di recente, un elemento di arredo presente in molte case materane, sui banchetti commerciali e venduto anche come ricordo-souvenir al turista di passaggio.



Cucù, Matera, 2016




IL TIMBRO DEL PANE


Simbolo per eccellenza dell’arte pastorale della murgia materana. Fino alla metà del ‘900 le massaie usavano impastare il pane in casa e lo consegnavano ai garzoni dei forni per la cottura, non prima di timbrare ciascuna forma per distinguerla da quelle delle altre famiglie. I timbri erano commissionati ai pastori che li realizzavano durante il periodo della transumanza, quando erano lontani dalle loro abitazioni e avevano del tempo libero per intagliare il legno.


Timbri del pane e utensili da intaglio.
Il timbro si compone essenzialmente di tre sezioni: sulla base sono scolpite le iniziali del capofamiglia o un altro segno distintivo familiare, collegata attraverso un manico alla parte superiore artistico-figurativa decorata con elementi architettonici o sacri, figure umane, animali domestici, simboli di virilità e prosperità.
Alla funzione pratica, rendere riconoscibili le forme di pane dopo la cottura nei forni pubblici, si aggiungeva un significato simbolico e rituale collegato alle diverse raffigurazioni.
I timbri di origine più antica riportavano alla base stilizzazioni del simbolo solare, sostituito successivamente dall’effige della famiglia o dalle iniziali del capofamiglia; quando l’uomo più anziano veniva a mancare, il timbro veniva bruciato e sostituito da un altro pezzo decorato allo stesso modo ma con le iniziali del nuovo capofamiglia. Nei tempi più remoti, il manico era decorato prevalentemente da rami fioriti, simbolo di prosperità. Altri simboli di prosperità sono la chioccia e le stilizzazioni della figura femminile. Le raffigurazioni falliche, il gallo, il cane, la figura maschile, il gendarme sono, invece, simboli di virilità con funzione protettiva del nucleo familiare privato del capofamiglia durante il periodo della transumanza. Anche la quotidianità trova spazio nelle raffigurazioni del timbro del pane, attraverso la riproduzione di simboli sacri e di elementi architettonici.
Il timbro del pane era anche utilizzato come pegno d’amore, offerto dal pretendente alla donna amata, da lei conservato se consenziente, o restituito per respingere la richiesta di fidanzamento; veniva anche spezzato se si interrompeva burrascosamente un’intesa.
Oggi, il timbro per il pane rappresenta un elemento decorativo che si integra perfettamente in arredamenti moderni e antichi, riportando alla mente atmosfere lontane e misteriose.


Tagliere in legno con Timbri per il pane e una forma di pane con la sigla MT impressa.

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